Il vitigno del Verdicchio, riconosciuto come uno tra i migliori della regione Marche, è una pianta autoctona del territorio che si pensa possa essere stata esportata da contadini veronesi intorno al XV secolo.
Questo perché le ricerche svolte in epoca moderna, accomunano il DNA della pianta a quello del Trebbiano di Lugana e di Soave, originario del Veneto.
Il Verdicchio prende il nome dalla sua particolare bacca bianca: la vite sviluppa dei grappoli compatti e carichi di acini con una leggera tonalità di verde, la cui buccia colora poi il vino di un giallo paglierino dai riflessi verdi.
Il vitigno del Verdicchio viene coltivato principalmente nelle province di Ancona e Macerata, da cui poi vengono prodotte diverse varietà.
Le caratteristiche organolettiche che rendono il suo sapore inconfondibile sono da imputare principalmente al terroir in cui vengono coltivati i vitigni.
Di conseguenza, il vino varia la sua struttura e la sapidità in base al luogo di coltivazione dei vigneti, così da produrre diverse tipologie dello stesso vitigno.
Quanti tipi di Verdicchio esistono
(di Jesi e Matelica)
Ci sono due tipi diversi di Verdicchio: il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica, entrambi molto amati, ma frutto di una coltivazione molto differente.
Ed è proprio questa differenza a rendere il prodotto finale così pregiato e ricercato da essere considerato come il miglior vino bianco.
Il 90% della produzione di Verdicchio ricade nelle terre di Jesi, dove i borghi medievali si suddividono in venticinque comuni.
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi viene prodotto nella Bassa Vallesina, dove il clima è più soleggiato e mite grazie alla vicinanza con il Mar Adriatico.
È un vino dal sapore marino, leggero e fruttato, proprio perché le sue viti si affacciano sul mare e subiscono l’influenza delle temperature più alte durante l’estate.
Al contrario, il Verdicchio di Matelica è decisamente più raro, perché il vitigno viene coltivato esclusivamente nella Valle di Matelica, racchiusa da ambo i lati dai monti dell’Appennino che la rendono tra le altre cose, un meraviglioso territorio da vedere e gustare.
Matelica è, inoltre, l’unica valle presente nel territorio delle Marche che ha un’esposizione che va da nord verso sud, una particolarità che permette di raccogliere dei frutti molto dolci e di donare particolari caratteristiche alle varietà di vini che vengono prodotti.
Il microclima qui è più rigido, meno soleggiato e le uve sono esposte ad una maggiore umidità, cosa che si traduce in una maturazione lenta e prolungata.
Si può dire che il Verdicchio di Matelica è un vino “di montagna” con una struttura importante, che lascia in bocca una vena di acidità maggiormente pronunciata.
Riguardo ai cloni, Gàjole, ha cominciato un importante lavoro di selezione e conservazione di vecchi cloni matelicesi, con lo scopo di incrementare il concetto di terroir a Matelica anche ad un livello genetico.
Quali sono le denominazioni del Verdicchio
Le principali denominazioni del Verdicchio sono:
- Verdicchio Castelli di Jesi DOC;
- Verdicchio di Matelica DOC;
- Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG;
- Verdicchio di Matelica Riserva DOCG.
L’acronimo DOC indica la Denominazione di Origine Controllata di un vino che conserva per minimo 5 anni la denominazione IGT, ovvero Indicazione Geografica Tipica (se desideri saperne di più sull’argomento, ho dedicato una guida alla lista completa dei vini DOC delle Marche e ai suoi migliori vitigni).
Questa si differenzia dal DOCG, Denominazione di Origine Controllata Garantita, che viene applicata ai vini che hanno mantenuto il certificato DOC per almeno 10 anni.
Difatti, l’espressione “Riserva” suggerisce proprio la longevità del vino, un prodotto affinato per circa 18 mesi, di cui 6 in bottiglia, dalle aziende vitivinicole di Verdicchio.
Ci sono poi due “Sottozone”:
- Castelli di Jesi Verdicchio Riserva DOCG sottozona Classico;
- Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC sottozona Classico.
Dove il termine “Sottozona” definisce una precisa area geografica all’interno dei terreni di vigneti, in cui spesso si produce un vino più pregiato ed elegante. In questo caso si distinguono le zone storicamente più coltivate a verdicchio con zone aggiunte in un secondo momento alla denominazione.
Le caratteristiche del Verdicchio
Il terroir è il fattore principale che distingue un prodotto enologico dall’altro.
Nel caso del Verdicchio, il suolo marchigiano è di per sé un terreno eterogeneo, in cui si può trovare principalmente argilla e più raramente casi di terreni più sabbiosi, questo permette una grande varietà di vini che modificano le proprie caratteristiche in base al luogo di coltura.
Tenendo a mente questo, possiamo però trovare delle proprietà simili all’interno delle varietà di Verdicchio presenti nel mercato enogastronomico.
L’acidità è una qualità più comuni nelle varietà di Verdicchio, perché è la nota vibrante che determina la freschezza del vino.
Lo stesso vale per la sapidità delle uve mature e piene, pronte per essere raccolte e affinate all’interno delle cantine.
Queste due caratteristiche diventano emblematiche a Matelica, dove salinità e la sua acidità montana formano un binomio di durezza che ben viene bilanciata dalla struttura del verdicchio.
Il corpo racchiude solitamente dei cenni olfattivi floreali e fruttati, più o meno marcati a seconda del microclima del terreno in cui i vitigni vengono coltivati.
E infine, l’inconfondibile aroma di mandorla che rimane sul palato dona al vino un sapore strutturato e peculiare.
Il terroir del Verdicchio
Il terroir rappresenta il microclima, le proprietà minerali del suolo, l’esposizione al sole: l’insieme di tutti i fattori che influenzano le qualità della pianta e, di conseguenza, del vino.
Il Verdicchio delle Marche cresce su un terreno argilloso, ricco di minerali come la creta e il calcare.
Questa caratteristica permette al suolo di trattenere molta acqua, immagazzinandola per i periodi più caldi, senza però avere un ristagno grazie alla pendenza delle terre marchigiane.
La maggior parte dei vitigni, infatti, sono coltivati in collina per garantire alle viti una buona esposizione solare e un flusso d’aria continuo.
Il terroir in cui si sviluppa il Verdicchio riversa tutte le sue particolarità nel prodotto finale, garantendo un vino di altissima qualità.
Bisogna poi annotare la vicinanza con il fiume Esino, il secondo corso d’acqua più importante che attraversa le terre della regione, e il Mare Adriatico che rende il clima più mite e temperato.
La presenza del fiume crea quindi una diversificazione della struttura del suolo, che cambia anche a seconda della sponda e della zona in cui vengono posti i vigneti.
I verdicchi premiati
Il Verdicchio è uno dei vini più premiati dalle grandi guide enogastronomiche internazionali, grazie alle sue proprietà organolettiche distintive e peculiari.
Negli anni ci sono state diverse aziende che hanno avuto modo di raggiungere importanti premi nel mondo del wine, vi elenchiamo i premi da noi raggiunti fin’ora.
Verdicchio di Matelica DOC M 2021 di Gàjole
M è il primo vino della cantina di Gàjole, il mio progetto vitivinicolo che segue le umili origini del Verdicchio e cerca di esaltare i sapori sinceri del territorio attraverso la scienza enologica.
Ha ottenuto riconoscimenti importanti come il premio qualità/prezzo della guida BereBene ed è stato inserito all’interno della guida Vini d’Italia 2023 di Gambero Rosso.
Inoltre, ha conseguito il Certificato di Eccellenza 2023 nella Guida Bio, un punteggio di 4 stelle su 5 nella guida Vinibuoni d’Italia e la menzione nella Guida Veronelli 2023 con un punteggio di 88.
Ognuna delle proprietà organolettiche presenti in M racchiude le caratteristiche del terroir della Valle di Matelica, diventando così un prodotto autentico e di qualità.
I vitigni vengono coltivati ad un’altitudine di 400-450 m/slm e sono esposti al clima rigido e ventoso della catena degli Appennini. La fermentazione delle uve avviene in maniera spontanea, a temperatura controllata, per garantire un prodotto interamente di origine biologica.
Successivamente la maturazione richiede 7 mesi in cemento, acciaio e botti di legno, per poi passare all’affinamento in bottiglia per altri 2 mesi.
È un vino bianco, 100% Verdicchio, con un forte vena di acidità che gli permette di rimanere fresco e piacevolmente sapido sul palato.
Il calice raccoglie profumi di frutta fresca, con un accento di pesca e pepe bianco che lo rendono decisamente invitante.
Il sapore secco e strutturato è un accompagnamento perfetto per i secondi piatti di pesce, così come per un classico spaghetto alle vongole.