I cinque segreti per riconoscere il miglior Verdicchio

All’interno di questo spazio editoriale, il Verdicchio, una delle gemme dell’enologia italiana nonché il vino con cui vengono identificate le Marche (la sua principale zona di produzione), è stato descritto in tutti i suoi tratti caratteristici; tuttavia distinguere il miglior Verdicchio tra le numerose opzioni sul mercato, potrebbe richiedere una conoscenza approfondita non solo delle peculiarità in sé del vino ma anche del territorio. In questo articolo, ho raccolto allora i cinque segreti per riconoscere il miglior Verdicchio e optare per l’etichetta più adatta a tutte le esigenze.

Le variabili da tenere in considerazione nella scelta sono molteplici e potrebbero cambiare da persona a persona, ci sono però delle pietre miliari che dovremmo tenere in considerazione:

  • Origine Geografica;
  • caratteristiche organolettiche;
  • tipologia di vino;
  • accostamenti;
  • etichette e produttori.

 

Scopriamole insieme!

 

Origine Geografica

 

Il primo aspetto da considerare nella scelta del miglior Verdicchio, prende origine dal fatto che, trattandosi di un vino a Denominazione di Origine Controllata (a cui ho dedicato una guida completa a tutti i DOC delle Marche), presenta delle caratteristiche distintive in base alle origini di produzione geografica.

Principalmente sono due le sotto regioni più famose per la produzione di Verdicchio: mi riferisco a Jesi e Matelica. Il clima, il terreno e l’esposizione delle viti (terroir), determinano infatti le proprietà organolettiche di un vino, per cui capiamo bene come l’origine geografica spieghi, tra le tante motivazioni, perché ciascuna etichetta si differenzi in base alla zona di coltivazione della vite e di produzione del vino e perché il Verdicchio di Jesi e Matelica sono differenti.

A titolo esemplificativo, ad esempio, il Verdicchio di Matelica, cresciuto tra le montagne, risulta più acido e sapido, frutto di una maturazione più lenta, dovuta alle condizioni climatiche in cui cresce la pianta.

 

Caratteristiche organolettiche

 

Un aspetto sicuramente affascinante del Verdicchio è il suo profumo complesso e le caratteristiche dei suoi aromi, legati al vitigno di origine; esso infatti offre una vasta gamma di profumi, tra cui: note floreali di fiori bianchi e acacia, sentori di frutta fresca come mela verde e pera, accompagnate spesso da un leggero tocco agrumato, in base al vitigno, all’area geografica e alle tecniche di vinificazione.

L’evoluzione degli aromi con il tempo è un ulteriore indicatore di qualità, infatti mentre il Verdicchio invecchia, può sviluppare complessità aggiuntive, come note di miele e mandorla.

Nella scelta del miglior Verdicchio dovremmo quindi tenere ben a mente quali sentori desideriamo percepire all’assaggio e, come vedremo nel prossimo paragrafo, quali tipologie di vino sono in grado di esprimere tali caratteristiche.

 

Vigneto Verdicchio di Matelica

 

Tipologia di vino

 

Sebbene il Verdicchio sia una pianta autoctona delle Marche con delle caratteristiche specifiche legate alla bacca bianca da cui viene prodotta (dove la vite sviluppa dei grappoli compatti e carichi di acini con una leggera tonalità di verde, la cui buccia colora poi il vino di un giallo paglierino dai riflessi verdi), questo vino è disponibile in diverse tipologie, ciascuna con le sue caratteristiche uniche.

Ecco come scegliere il miglior Verdicchio in base alla tipologia:

 

  • Fermo: la versione più comune e tradizionale del Verdicchio è un vino bianco secco e non effervescente che alla vista si presenta con il caratteristico colore che varia dal giallo paglierino, al dorato (in caso di maggior invecchiamento) mentre al gusto emergono i profumi di fiori bianchi, agrumi, mandorla, nespola e note di erbe aromatiche che donano a questa tipologia di Verdicchio, un’acidità vivace, spesso accompagnata da una leggera mineralità.

 

  • Spumante: dal colore giallo paglierino brillante con bollicine fini e persistenti è caratterizzato da note floreali, agrumate e fruttate, con una delicata complessità. Il sapore è fresco e fruttato con una acidità vivace e una piacevole effervescenza. È spesso secco ma può esistere anche in versioni leggermente dolci.

 

  • Verdicchio Superiore: caratterizzato da una elevata qualità donatagli dalla lunga e scrupolosa vinificazione, presenta all’assaggio profumi intensi di frutta matura, agrumi, fiori bianchi e note minerali che lo rendono un vino strutturato, complesso e persistente, con una notevole acidità. Durante l’invecchiamento può inoltre sviluppare note di nocciola e spezie.

 

  • Riserva: dall’ulteriore invecchiamento del Verdicchio superiore che avviene solitamente in botti di legno o acciaio inox, si ottiene un vino dal colore giallo dorato con riflessi ambrati che dona a questa tipologia di Verdicchio dei profumi complessi di frutta secca, miele, fiori secchi e note tostate, dove l’acidità rimane fresca e ben bilanciata con la notevole complessità aromatica.

 

  • Passito: un Verdicchio dolce ottenuto da uve passite. È un vino ricco e avvolgente, perfetto per dessert o formaggi stagionati che vengono accompagnati da sentori di frutta secca, miele, caramello e spezie dolci che caratterizzano questa versione.

 

Accostamenti

 

Essendo ritenuto da molti come il miglior vino bianco, nella scelta del miglior Verdicchio, è certamente necessario tenere conto dei molteplici accostamenti a cui si presta questo vino.

Ad esempio in presenza di un antipasto a base di un pesce piuttosto leggero (es. carpaccio di pesce, crudités di frutti di mare) il vino che solitamente viene consigliato e accostato, è il Verdicchio di Matelica DOC; questo perché l’etichetta è nota per la sua freschezza e acidità vivace che lo rende un compagno ideale per questa tipologia di piatti, dove il suo carattere fruttato e floreale può completare i sapori del mare.

Diversamente invece, in presenza di un piatto come il risotto di mare, è consigliato il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC in quanto la sua maggiore struttura e complessità rispetto al suo omologo dei Castelli di Jesi, si sposa bene con la cremosità di un risotto ai frutti di mare, offrendo un equilibrio perfetto.

 

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Etichette e Produttori

 

Ultimo, ma non meno importante, è il riconoscimento delle etichette e dei produttori noti per il loro Verdicchio.

Ci sono infatti aziende vinicole e cantine con una lunga storia di produzione di vini di qualità eccezionale o nuove innovative etichette, distintesi nel giro di poco tempo.

La ricerca di recensioni online, la lettura di riviste e aziende specializzate come quelle di Gambero rosso, il parere di sommelier o altri esperti del settore, può aiutarci a prendere familiarità con la varietà di etichette e orientarci nella miglior scelta per le nostre necessità.

 

10 piatti da gustare assieme al Verdicchio

 

Nei paragrafi precedenti, abbiamo visto come gli accostamenti siano fondamentali nella scelta della propria etichetta. Ma quali sono i 10 migliori piatti da gustare assieme al Verdicchio?

Il vino, di fatto, si presta molto bene ad alcune pietanze in particolare, esaltandone sapori, odori e rendendo l’intera esperienza enogastronomica ancor più avvincente.

Vediamo allora i migliori piatti:

 

  • Pesce alla griglia: il Verdicchio si abbina perfettamente con piatti di pesce alla griglia, come branzino, orata o spigola. Questo perché la sua tipica freschezza è in grado di accentuare i sapori delicati del pesce e contrastare l’amarognolo che spesso viene rilasciato da questi prodotti ittici, tra sapori di mare, limone e prezzemolo.

 

  • Spaghetti alle vongole: i frutti di mare in generale, sono l’abbinamento classico per questa tipologia di vino; le vongole in questo caso specifico, vengono esaltate nei loro sapori, dove il gusto di mare si unisce alle tipiche note floreali, accentuando la delicatezza del piatto. Il miglior verdicchio da accompagnare in questi casi potrebbe essere una Riserva capace di bilanciare le varie oscillazioni organolettiche tra vino e pietanza.

 

  • Insalata di mare: l’acidità del Verdicchio, soprattutto nella versione spumante, si sposa bene con l’insalata di mare che, contenendo spesso gamberi, cozze e calamari, beneficia delle sue note effervescenti che ne completano la struttura gustativa.

 

  • Salmone al limone: il Verdicchio rosé è il compagno ideale per il salmone. Questo accostamento è perfetto non solo per l’abbinamento tra colori del pesce e del vino ma perché quando accompagnato da salse al limone o al burro, dona al piatto un mix tra sentori di mare, frutta e freschezza floreale.

 

  • Antipasti misti di pesce: il Verdicchio nelle sue versioni spumante, fermo e rosé è il compagno ideale per la semplicità degli antipasti in cui il mix e la leggerezza di mare, si alternano alla freschezza del vino.

 

  • Zuppette: allo stesso modo degli antipasti, anche le zuppette di mare sono compagne ideali il Verdicchio.

 

  • Coniglio e carni bianche: per gli amanti delle carni bianche, il fermo è probabilmente il miglior Verdicchio da accompagnare, grazie alla leggerezza che dona ad un piatto dove la semplicità la fa da padrona.

 

  • Ciauscolo e pecorino: Il Verdicchio di Matelica e il passito sono i migliori compagni per le pietanze della tradizione e i prodotti autoctoni, riuscendo a far vivere attraverso l’assaggio, l’essenza delle Marche e della sua proposta enogastronomica.

 

  • Cacciagione e lumache: contrariamente a quanto si possa pensare, il Verdicchio è ottimo anche con pietanze più strutturate o saporite come la cacciagione, la carne rossa o le lumache. Il Verdicchio superiore o riserva, sono probabilmente la miglior scelta grazie alla loro complessità e persistenza nei sapori.

 

  • Dolci: dalla semplicità della tradizionale torta di mele, alle più moderne monoporzioni, il Verdicchio Passito è il compagno ideale per qualsiasi dolce, riuscendo a donare eleganza, complessità aromatica e leggerezza floreale, a qualsiasi piatto dolce.

 

Cosa rende M di Gàjole un Verdicchio speciale

 

vino gàjole

 

Dal 2021 a Matelica c’è il mio nuovo modo di interpretare il suo terroir così ricco e unico, un modo per unire la precisione della scienza, alla passione di un legame sincero con il territorio: si chiama Gàjole.

 

Gàjole è una storia di tenacia: prende vita dal mio sogno. Non provenendo da una famiglia di viticoltori, ho sviluppato individualmente e nel corso del tempo, una passione per questo mondo e ho deciso di studiarlo, formandomi come enologo e partendo successivamente per conoscere vitigni e tecniche di vinificazione internazionali.

 

Il mio desiderio di sapere e di mettermi in gioco mi porta così in Nuova Zelanda, dove a seguito di una vendemmia prendo una decisione che cambierà la mia vita: tornare nella mia terra, a Matelica, per dare vita al mio sogno. E così, a soli 25 anni fondo Gàjole e produco la prima bottiglia di M, un Verdicchio di Matelica DOC biologico senza compromessi.

 

M è un vino spontaneo che riproduce fedelmente le caratteristiche uniche del terroir del Verdicchio di Matelica. I profumi sono freschi e invitanti, sentono l’altitudine e i venti dell’Appennino, mentre il palato si distingue per una piacevolissima e tipica vena sapida.

Le uve utilizzate per sua produzione sono 100% Verdicchio, coltivate a un’altitudine 400-450 m/slm. Nel pieno rispetto della filosofia del biologico, la fermentazione delle uve è spontanea, a temperatura controllata e rigorosamente senza utilizzo di solforosa: viene infatti condotta attraverso iperossidazione del mosto e successiva decantazione.

 

La maturazione di 7 mesi tra cemento, acciaio e botti di legno, insieme al successivo affinamento di 2 mesi in bottiglia permettono infine di arrivare al prodotto finale: un vino sapido, con una vibrante acidità che regala a chi lo degusta un finale lungo ed equilibrato.

 

Le note olfattive di M e il suo sapore complesso e secco gli permettono un perfetto abbinamento con piatti di pesce, specialmente con la sogliola dell’Adriatico o con pesci saporiti come lo stoccafisso all’anconetana, ma è ottimo anche in accompagnamento a uno spaghetto con le vongole.

 

La prima produzione di M, di circa 7.000 bottiglie, ha riscosso un enorme successo. Sold out in breve tempo, ha raccolto recensioni positive e raccomandazioni da esperti del settore e realtà di spessore come Gambero Rosso, che l’ha inserito nella sua guida Vini d’Italia 2023 e gli ha attribuito il premio qualità/prezzo nella guida BereBene.

 

Ma non finisce qui. I riconoscimenti ottenuti da M durante questo primo anno vantano anche il Certificato di Eccellenza 2023 nella Guida Bio, un punteggio di 4 stelle e inserimento nella sezione “Vini da non perdere” nella guida Vinibuoni d’Italia e la menzione, con un punteggio di 88, nella Guida Veronelli 2023 che hanno permesso a questa nuova etichetta, di guadagnarsi un posto nella lista dei vini DOC delle Marche.

 

Di Gàjole e del suo M hanno parlato anche importanti testate giornalistiche di settore, come Cronache di Gusto, Cucina e Vini e la stessa Gambero Rosso.

 

Il primo anno di vita di Gàjole è stato contrassegnato da un grande lavoro, ripagato con un ottimo successo. Cosa succederà nel 2023?

 

Anche questo nuovo anno vedrà l’unione di una sperimentazione guidata dalla mia fantasia ed estro. Tra i progetti in cantiere, oltre a M22, vi è la creazione di vigneto sperimentale di 0,33 ettari in cui confrontare selezioni di vecchi cloni di Matelica. L’obiettivo è creare infine un vigneto madre da cui partire per realizzare nuovi prodotti inconfondibilmente firmati Gàjole.

 

Per Gàjole è in programma anche la realizzazione di una riserva e di un vino cotto da accompagnare a dessert, entrambi prodotti seguendo elevatissimi standard di qualità con lo scopo di raccontare, attraverso le loro caratteristiche organolettiche, tutta la bellezza del territorio di Matelica.